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Quattro opere, quattro soggetti molto diversi, un'apprezzabile capacità di trasfigurare il reale, una cura particolare nel definire alcuni particolari con realismo e nel sublimarne altri.
Tutto grazie ad una tecnica espressiva notevole e ad una capacità creativa encomiabile.
La prima opera "Madonna del Sasso" si fa immediatamente notare per la decisa rappresentazione di un paesaggio scosceso, di una rupe inaccessibile (non può non richiamare alla memoria i versi 25/27 del Purgatorio: "Vassi in San Leo e descendesi in Noli / montasi su in Bismantova in cacume / con esso i piè; ma qui convien ch'om voli") sulla cui sommità è posto un complesso architettonico rappresentato da pochi elementi: una chiesa, un campanile, un convento, poche case ad esso addossate.
Rappresentazione di una realtà umana e sociale che si isola, che cerca protezione con uno scosceso paesaggio che giganteggia nei confronti della sua minuscola semplicità.
L'effetto cromatico (che l'artista ricerca in tutte le sue opere) qui è dato dal contrasto generato dai riverberi rossastri di un probabile lontano tramonto con il livido primo piano della roccia.
La seconda opera "strappo azzurro" è la celebrazione della danza, del balletto.
L'agile eleganza dei corpi, la grazia delle movenze sono fissate, quasi da uno scatto fotografico, in un momento culminante.
Ma Michela riesce a comunicarci la dinamicità della danza con la rappresentazione sapiente sia della torsione e dello slancio dei giovani corpi che con gli elementi della scenografia.
I due ballerini sembrano prorompere, sbocciare da un involucro che li conteneva, occultava.
Sempre celebrazione del movimento, dello sforzo del corpo, della ricerca dell'equilibrio è la terza opera "potenza, forza, resistenza".
Un cavaliere (o meglio un'amazzone vista la ricercata eleganza del costume e l'agile posa della figura umana) in sella ad un possente toro.
Qui il senso del movimento è reso con lo sfumare la forma e il colore, quasi un'istantanea fotografica scattata volutamente mossa grazie all'impostazione d una velocità bassa.
Notevole la quarta tela "note di passione".
Il rappresentato è organizzato in una struttura essenziale, come una natura morta: il sax, i fiori, lo spartito spiegazzato, una cornice.
Ma ecco che la scena si vivacizza, la coppia impegnata nel tango esonda dalla cornice, ne esce fuori per simboleggiare l'impossibilità di "fissare" un ballo che è dinamicità, torsione, sensualità in tutte le sue "figure".
L'opera è stata costruita con sapiente accuratezza: il contrasto cromatico dello sfondo, il colorismo e la sensualità dello sbocciare del mazzo dei fiori in primo piano (che rimanda alla sensualità del ballo), i particolari realistici afferenti alla musica preparano la scena che maggiormente deve colpire.
Ecco dunque la coppia danzante che si anima, si allaccia nel ballo e rimane collegata alla scenografia solo dall'elegante mantiglia della donna.
(Prof. Vito Antonio Laurino)
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