Recensione - Giovanni Gabassi - "la tua arte ... ovunque, nel mondo" by Giuseppe Russo

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Recensione - Giovanni Gabassi


Interesse e curiosità suscitano le opere presentate dall’artista. Prima di tutto si rimane colpiti dalla scelta di dipingere con oli e smalti sia su tela che su tavola (supporto quest’ultimo poco usato dagli artisti moderni e che presuppone speciale tecnica nella sua preparazione e successiva stesura del colore) per poi passare ad osservare con curiosità, stupore ed emozione i soggetti rappresentati. Le composizioni, tutte caratterizzate da effetti cromatici, realizzati grazie ad una variegata gamma di colori vivaci ed arditamente accostati, assumono valenze simboliche e comunicative sia sul piano della pura e semplice suggestione che su quello della riflessione. Così è, certamente, per l’opera n. 27 - “My personal Guernica” - ove i riferimenti al notissimo capolavoro sono inglobati in una congerie di immagini afferenti al mondo personale dell’autore denotate con vigoria di tratto ed evidenza cromatica e costituiscono una vera “sfida” per lo spettatore che voglia decifrarne il senso o il riferimento. Non meno ricche di valenze simboliche, anche se meno numerosi, sono i soggetti rappresentati in altre opere, è così per la n. 26 - “Giocando tra le aspettative”  ove il cromatismo diventa più caldo e sfumato ed i soggetti  principali (i due bimbi intenti al gioco) sono  inseriti in un primo piano di interno domestico dalle pareti “sfondate” che presentano scenari di una realtà futuribile ove natura, architettura e tecnica si integrino armoniosamente conservando però anche l’importanza ed il valore dell’umanità (simboleggiata dal ritratto di donna).

L’opera 25 “Caleidoscopio” è una precisa dichiarazione di intenti da parte di Giovanni GABASSI. Infatti il caleidoscopio, se rispettiamo l’etimologia e la definizione, significa “vedere bello” ed era, in origine, uno strumento ottico per creare una molteplicità di strutture simmetriche. L’artista ci vuol mostrare qualcosa di bello grazie a dense pennellate di vivaci colori dai tratti intensamente marcati ma di certo non simmetricamente strutturati proprio per ottenere maggior impatto visivo. Non rinuncia, comunque, ad un certo simbolismo (l’uomo è sempre al centro dell’interesse e la varietà dei colori ne sono la corolla che ne sottolinea l’importanza). Per quanto concerne l’olio su tavola n. 28 - “Aspettando” oltre alle citazioni, evidentissime, di Dalì non possiamo non notare la ricerca di un colorismo ad effetto seppur finalizzato a creare un'atmosfera rarefatta ed onirica, grazie alla capacità di rendere gli esiti della luce sui soggetti che rimandano, ricchi come sono di simbologia soprattutto erotica, chi osserva ad una dimensione abbastanza  improbabile e irreale e tipica del sogno.

(Prof. Vito Antonio Laurino)

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