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Il gusto di ritrarre per giocare col colore.
Ci pare che questo sia il filo conduttore che lega le opere dell'artista Diana Ferrante.
Evidente, nell'opera "épanouissement" è la scelta di comporre un semplice mazzo di rose per accostare i colori dei fiori e dei boccioli secondo il proprio personale gusto: ecco allora il giallo, il rosso e il turchino, non accesi ma tenui, messi in primo piano su uno sfondo di trascoloranti venature di verde.
La ricerca dell'effetto cromatico prosegue anche nell'opera "Monte Fuji" ove il bianco della neve va a congiungersi con l'azzurro del cielo e con l'intreccio variegato delle foglie di un albero volutamente avulso dal contesto.
Ancora delicate sfumature cromatiche troviamo nella tela "luce" ma qui c'è anche la ricerca dell'effetto scenografico.
Il bianco della candela è messo in evidenza, anche per una innaturale flessione, per un sinuoso ripiegamento teso ad accordarsi alle volute dei rametti dalle verdi foglioline.
Più complessa appare l'opera "passeggiata": accanto al gioco del contrasto cromatico, sempre delicatamente raffigurato, troviamo il fascino misterioso di una figura femminile non certo caratterizzata da ricercato abbigliamento o posa voluttuosa e statuaria.
Una semplice figura di donna, un po' goffa, che incede, riparata e nascosta da un grande ombrello lungo un viale innevato.
Sguardo affettuoso sul futile tentativo di difesa dai rigori invernali?
Metafora della solitudine umana nel gelo della mancanza di affetti?
(Prof. Vito Antonio Laurino)
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