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Opere in concorso
1) "note di passione" -
"L'abbraccio nella danza dentro e fuori dalla cornice: è l'eros che travalica, che fuoriesce nel tango della passione umana.
Spinte musicali ammiccanti nella romantica visione degli elementi deposti: strumento musicale, fiori.
Legami di una avvincente atmosfera di complicità, di lirica creazione.
Una musicalità deposta lievemente nello spazio compositivo."
(Gilberto Carpo)
2) "strappo azzurro" -
"Dal profondo nascosto, dal più recondito ed intimo impulso, esplode dirompente lo Strappo Azzurro.
Non è semplicemente la rappresentazione di una danza, ma è il simbolo di un amplesso in cui la femminilità è portata in auge: il trasporto cosmico, la spinta primordiale che lega l'uomo alla donna nella sintesi della vita.
Sorge dal buio lo strappo che nasce dal mistero, come un magma vulcanico che fuoriesce dalle viscere della terra o dalle pieghe dell'inconscio, collocandosi sul piano formale, e nel contenuto, una poetica di armonica visione."
(Gilberto Carpo)
3) "Madonna del Sasso" -
È talmente bello da sembrare puro frutto della fantasia, in realtà il Santuario della Madonna del Sasso esiste veramente, ed è uno dei luoghi sacri più spettacolari che abbiamo la fortuna di vedere elevarsi sul Lago d'Orta.
4) "potenza, forza, resistenza" -
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www.michelamiricicappa.it
Note biografiche
Nata a Premosello Chiovenda (VB) nel 1969, dopo aver conseguito la maturità scientifica ed assecondando un'innata passione per il disegno accompagnata da doti artistico-
Vive da sempre ad Omegna (VB), dove esercita la professione di architetto libero professionista.
Autrice del libro “Ambiente e sistema edilizio negli insediamenti Walser di Alagna Valsesia, Macugnaga e Formazza” (quaderni di cultura alpina -
Nell'anno 2003 comincia a frequentare un corso di pittura diventando così allieva del pittore omegnese Gilberto Carpo.
Grazie alle lezioni del maestro, ai suoi consigli e agli apprendimenti tecnici, inizia gradualmente a trovare la strada per esprimersi creativamente, elaborando un proprio linguaggio ed una propria espressione artistica.
Critica
“Conosco Michela Mirici Cappa, nel suo nascere.
La conosco nella sua tenacia, nella sua crescita e per le sue titubanze e sempre attenta nel raccogliere suggerimenti.
Ad oggi posso dire il suo avvio è tracciato. Le sue ultime opere sono la testimonianza del suo pensiero e del suo aver appreso sicurezza nel dare impronta al linguaggio, come impostazione della sua anima, delineando altresì il suo dire, il suo raccontare.
Trasporto visivo fra realtà e fantasia, o meglio, tra surrealismo e realismo. queste sono le sue ultime fatiche, senza mai separare l’unità formale: quasi un racconto che ci porta dentro e fuori. due facce, due identità non separate ma costruite con semplicità e naturalezza, con armonia e sfuggevole ricchezza di elementi (...) molto attenta a non uscire dall’armonica interpretazione delle sue istanze pittoriche, fedele con sé stessa, senza nulla concedere alla casualità. un impegno misto a passione, che porterà Michela a obbiettivi futuri.”
(Gilberto Carpo)
“Con forza lirica e finezza psicologica, l’artista inventa situazioni sfuggenti a inquadrature statiche, che aspirano a cogliere una temporalità non scalfita dalle contingenze.
Un eterno rimando impregnato da una forte valenza energetica si apre alla molteplicità del reale, una creazione vicina alla parte impulsiva dell’essere umano che sembra condurre all’incontro con la verità nella caduta di senso che catalizza lo sguardo.”
(Antonella Iozzo in “è forse morta la pittura?”, Bluarte.it -
“... alle evocazioni di Michela Mirici Cappa, prosecutrice di una realtà surrealizzata e ricondotta ad essa per mezzo del contenuto, ridestato nell’esattezza formale, nell’armonia dell’effimero.”
(Andrea Domenico Taricco in “post-
“Allegorie di sorgenze surrealiste che Michela Mirici Cappa dipinge, senza mai smarrire le significanze, mai puramente concettuali ma estese al ciclo emozionale della raffigurazione.
Non mancano agli slanci della pittrice le armonie percettive del dire in quel suo racconto mai scontato e sempre relazionale (...) la pittrice scrive pergamene da leggere, fra stasi e movimento, dal luogo alla figura, alla cosa, all’oggetto.
Il suo calibro misura distanze annullate, nei nodi stretti del contatto, con verità contenutiva espresso.
(Riccardo Melotti 20/10/2012)
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