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Aldo Petrini pittore e incisore. Nato a Montecosaro Scalo (Mc) nel 1955.
Dopo il Liceo Classico, ha conseguito il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Dal 1969 ad oggi ha tenuto numerose personali ed esposto in collettive, ottenendo riconoscimenti e premi.
Le sue opere sono in collezioni private e pubbliche, in Italia e all’Estero.
E’ inserito nell’Archivio Storico di Consultazione al Museo delle Arti Palazzo Bandera di Busto Arsizio.
Critici: L.V. Arena, Don L. Piciotti, V. De Seriis, R. Brindisi, P. Marconi, M. Lucchi.
«E ’ un figurativo, le sue pitture riescono a comunicare sentimenti di purezza. Le immagini risultano rispettate.»
Ho molto apprezzato in Petrini la volontà di liberarsi da un so che di commerciale nell'impegno visivo, cioè tutto veniva tradotto in aneddottica ed ogni segno della pittura veniva perciò sacrificato.
Certo gli anni degli studi evidentemente non sono bastati e credo che la scuola servi soltanto ad avviare il giovane ad un senso, non alla pittura, che è cosa difficile ed è destinata ad essere compagna di vita e di dannazione.
Aldo Petrini è meritevole, non è da tutti, di avere, ad un certo momento, avvertito il senso del plasticismo, cioè il capire la pittura non soltanto per passare il colore sulla tela, ma è cos'altro di più, di serio, di avventura:
fino alla maturazione di una fede.
Ecco perché Petrini inquadra geometricamente, non teme il cromatico e di affrontare l'impegno ineguagliabile della fede nell'arte moderna, che poi è l'arte del nostro tempo.
(Remo Brindisi)
"Le opere di Aldo Petrini mostrano un “pentagramma figurativo" nella più viva tradizione mediterranea: dal ritratto alla natura morta, al paesaggio; tutto con fare operativo fondato sul disegno a matita o con il pastello.
Negli oli è viva l'attenzione ai giusti equilibri nelle composizioni; mentre nelle incisioni il tratto appare libero e marcato, penetra, in funzione della morsura acida nella materia.
L'incisione appare la tecnica congeniale dell'espressività poetica dell'artista; qui il linguaggio, si presenta come testimonianza di sollecitazioni plastiche e gestuali, tanto da suggerire un afflato poetico dell'artista al movimento informale."
(E. Di Carlo)